Rinascimento - Canelles

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Rinascimento

età moderna

Tra la fine del '400 e l'inizio del '500, l'Europa vede un periodo di grande trasformazione culturale. La scoperta dell'America nel 1492 promossa da Ferdinado II e Isabella di Castiglia, segnò l'inizio di una nuova politica dei principali paesi europei. L'interesse verso il nuovo mondo e le sue possibili immense ricchezze, cambiò il baricentro economico che, dal centro del mediterraneo, si spostò verso le Americhe.
La Sardegna, che era stato un avamposto economico-politico importante perchè al centro del Mediterraneo, si trovò ben presto ad essere spodestata della sua importanza. Il danno economico fu mitigato parzialmente dal valore strategico che ancora l'isola era ancora in grado di dare come avamposto contro eventuali aggressioni saracene; nel 1492 gli arabi di Granada sono definitivamente allontanati dalla Spagna del re Ferdinando, ma non le minacce di incursioni dal Nord Africa. Nel 1519, tre anni dopo la morte del re e il breve periodo di governo della figlia Giovanna, salì al trono Carlo d'Asburgo nipote di Ferdinando e Isabella di Castiglia da parte materna e Massimiliamo I d'Asburgo da quella paterna; la dinastia aragonese si fuse con quella austriaca creando un grande impero.
Una parte della società sarda, incominciò ad aderire al rinnovamento culturale del Rinascimento, un'altra parte continuò a perpetrare una politica medievale feudale per sviluppare i privilegi acquisiti.
A Cagliari la società cittadina incominciò progressivamente ad uscire da una logica oligarchica della città;  fu concesso progressivamente di abitare il Castello anche a persone non aragonesi-catalane, fatto assolutamente proibito in precedenza.
Dal 1509 al 1520, la Sardegna fu attaccata ripetutamente da pirati saraceni che profusero il terrore nelle città costiere. Carlo V (o I, secondo il regno di Spagna), mosse allora da Cagliari una potente flotta contro Tunisi in quanto base dei navigli dei predoni.

Cagliari, secondo una fedele rappresentazione riportata nella celebre Cosmographia Universale del Münster edizione francese del 1552. E' possibile notare le mura del Castello (la cittadina interna abitata dai Catalani), e la città fuori dalle mura abitata dai sardi e da altre popolazioni. Fino al XVI, non era consentito ai non spagnoli di soggiornare all'interno delle mura. A partire dal '500, abitare all'interno della città viene progressivamente consentito.

 

I Canyelles, da una parte rafforzarono il loro impegno politico in Spagna e Sardegna compresa la difesa dell'Isola dalle incursioni arabe e dall'altra contribuirono al rinnovamento culturale della Sardegna.
Giovanni (Joan I) Canyelles, grazie al grande prestigio del padre Pere III, potè ricoprire cariche istituzionali sia a Cagliari sia a Barcellona.
La famiglia, partecipò in prima linea anche al rinnovamento culturale, rinunciò infatti ad ambire proprietà feudali attraverso matrimoni strategici rispetto al passato, ma si adoperò per la promozione culturale della società sarda.


(Jaume Anton) Joan I Canyelles detto il maggiore (sec. XV -XVI) mercante e consigliere di Cagliari

Jaume Anton Joan figlio primogenito di Pere III, ereditò la metà dei beni del padre e grazie al prestigio della famiglia riuscì a esercitare sia la professione di mercante a Barcellona, sia divenire a Cagliari consigliere. Tra i figli ebbe Joan II cavaliere al servizio di Carlo V.


Nicolau Francesc Canyelles
(sec. XV -XVI) Giurato Capo di Iglesias

Nicolau Francesc, verosibilmente primogenito di Julià I (cugino di Pere III), ottenne la carica di Consiliarium in capite
di Cagliari.
Visse però principalmente a Iglesias divenendo Giurato capo, sono suoi i figli Sebastian (giudice della reale udienza) e Nicolau (noto vescovo do Bosa) entrambi nati ad Iglesias.


Joan II de Canyelles
detto il minore (1497 -1563) cavaliere e ufficiale di Carlo V

Operò come notaio principalmente a Barcelona fino al 1545, fu compilatore della Camara Imperiale, Procuratore de la Diputación della Generalidad de Cataluña, Consigliere quinto e secondo. Si sposò con Marquesa da cui ebbe Juan III. Ebbe discendenza che si stabilì definitivamente a Barcellona: il cavaliere Giuseppe (Josè) Canyelles di Barcellona presente alle Cortes del 1626 fu infatti un suo diretto discendente.
Grazie alla posizione di prestigio raggiunta a corte dal nonno e del padre, riuscì a divenire tra i cavalieri più vicini a Carlo V d'Asburgo e insignito dello Speron d'oro; si distinse in terra e mare e per le imprese compiute, lo stesso imperatore gli concesse il 24 febbraio 1530 un diploma con stemma composto da: scudo d'oro con una pianta di cannella sormontata dall'aquila imperiale con scettro, spada e coronata.

L'aquila imperiale bicipite, vessillo che l'imperatore Carlo V consegnò a Juan Canyelles

Sebastià Canyelles (sec.XVI)

Figlio di Nicolau Francesc, divenne nel 1562 giurato capo di Iglesias e giudice della Reale Udienza. Fu inoltre ammesso agli Stamenti del Parlamento sardo di Coloma negli anni 1572-74, non è nota una sua discendenza.


Nicolau Canyelles (1515 - 1585)

Nicolau, figlio di Francesc Nicolau e di Beatrice Delsney, è destinato a divenire il più celebre personaggio della casata. La sua azione culturale testimonia il passaggio della Sardegna dalla cultura medievale a quella rinascimentale; fondò nel 1566 a Cagliari la prima tipografia dell'isola.
Nicolau nacque ad Iglesias nel 1515, studiò nella sua città natale poi a Cagliari e infine a Roma. Venne ordinato sacerdote conseguendo la laurea in utroque nel 1548. Grazie alle sue doti di oratore fu nominato prelato domestico (commensale) di Papa Giulio III che apprezzava la sua profonda cultura.
A Roma approfondì la sua conoscenza del greco ebraico e del siriaco; al ritorno in Sardegna nel 1551, il Pontefice lo raccomandò agli arcivescovi di Cagliari e Oristano e godette dei benefici delle prebende di Villacidro, Serramana, Nuraminis, Segolai, Arixi e Senorbì; e inoltre Sedilo, Isili, Sorgono e Tadasuni.
Queste risorse economiche furono alla base della fondazione della prima tipografia in Sardegna che nel 1566 diede alla luce il suo primo libro: il Catechismo di Edmondo Auger in lingua spagnola. Nel 1560, Nicolò venne nominato canonico della cattedrale e nel 1573 vicario generale della diocesi di Cagliari. Intanto la tipografia, grazie alla sapiente impostazione del tipografo Vincenzo Sembenino di Salò, riuscì fin dal 1566 a stampare con pregevoli caratteri (Typis Nicolai Canelles), opere religiose e poemi. Nel 1567, al fine di diffondere i principi del concilio di Trento (che venne chiuso nel 1563), diede alle stampe i decreti nel Canones et Decreta Sacrosancti Oecumenici et generalis Conilii Tridentini.
Nel 1577 Nicolò Canyelles venne nominato vescovo di Bosa: improntò la sua attività pastorale alla promozione della cultura tentando di riscattare il sottosviluppo dell'Isola. la sua opera, nel contesto arretrato della società sarda dell'epoca, ancora impostato secondo privilegi oligarchici medievali, non trovò consenso nelle autorità civiche (specialmente quelle di Bosa) che lo osteggiarono ripetutamente. Nicolò morì a Cagliari nel 1585 durante uno dei suoi numerosi viaggi lasciando la più antica e vasta biblioteca dell'Isola (più di tremila volumi oggi sono conservati nella Biblioteca Universitaria di Cagliari).


Juan III
(sec. XVI)

Juan III, figlio d Juan II, sposò Maria probabilmente della casa Castelvì, ebbe come figlio Juan Estevan Canellas. Di lui si hanno scarse notizie nei documenti di archivio di Stato, tuttavia nella storia di famiglia redatta nel settecento si narra che alla fine del XVI secolo ci fù una forte rivalità tra la famiglia Canyelles- Canellas e la casa Alagon. Questo elemento fa supporre la effettiva parentela con la famiglia Calstelvì che negli stessi anni era in rivalità con gli Alagon.

 
 

Frontespizio delle pubblicazioni Canelles con un'ape che sugge il polline da un fiore, sormontata dall'antico stemma dei Canyelles (tre canne)

 
 
 
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